Psicologa e psicoterapeuta a Bologna
Mi occupo di offrire sostegno psicologico e psicoterapeutico.
Sono specializzata in psicoterapia cognitivo costruttivista.
Tratto percorsi di psicoterapia per pazienti in età adulta, infantile o in adolescenza, per diverse problematiche psicologiche:
disturbi d’ansia e attacchi di panico
disturbi del comportamento alimentare
disturbo ossessivo-compulsivo
depressione e disturbi dell’umore
blocchi e problematiche legate allo studio
Il benessere psicologico
Ognuno di noi desidera il benessere sia fisico che psicologico. È importante sentirsi in armonia con se stessi e con l’ambiente in cui si vive. La qualità della nostra vita riguarda la nostra autostima ed il fatto di sentirsi bene nelle diverse sfere che compongono il nostro ambiente di vita: la famiglia, il lavoro, le relazioni (amicali e sentimentali).
Talvolta è possibile avvertire che il proprio equilibrio è compromesso. Questo può accadere in diversi modi, di cui alcuni sono abbastanza comuni: ad esempio un umore più basso, un’ansia difficile da gestire, difficoltà nell’alimentazione o nel sonno, ma anche veri e propri disturbi psicosomatici.
Non solo questi sintomi provocano sofferenza, talvolta è anche difficile per una persona capire perché non riesca con le sue forze a districarsi dal malessere che la affligge.
Non è semplice avere la consapevolezza di tutto ciò che accade dentro di noi, di quelle che sono le nostre sensibilità. Ognuno di noi ha un personale modo di osservare la realtà e di dare un significato a ciò che accade. Questo dipende da chi siamo e da quello che ci portiamo dietro. Le nostre relazioni passate, come abbiamo affrontato le difficoltà fino ad oggi e cosa ci è accaduto influenzano il modo in cui guardiamo ogni cosa: talvolta è necessario capire con che “occhiali” guardiamo il mondo per conoscere la chiave del nostro benessere e della nostra sofferenza, e imparare ad accettare e a gestire ciò che ci accade dentro.
La PSICOTERAPIA è un percorso importante di crescita, attraverso il quale capire perché stiamo male ma anche come preservare il nostro benessere ed i nostri bisogni. Compito dello psicologo-psicoterapeuta è quello di accompagnare la persona in questo processo di consapevolezza e di cambiamento.
Lo Stalking
Lo stalking è un fenomeno psicologico e sociale, che ha iniziato ad esistere anche nel mondo giuridico e che talvolta è soggetto a confusione o mancanza di riconoscimento. Il termine “stalking” viene tratto dal mondo della caccia, letteralmente significa “appostamento”. Accade quando una persona viene respinta o lasciata in un rapporto che questi non riesca ad accettare il rifiuto, che vive come un’ingiusta imposizione. Da quel momento questa persona può iniziare a ricorrere a comportamenti inizialmente gentili, ma poi seguitamente sempre più insistenti, ossessivi, inappropriati e psicologicamente/fisicamente aggressivi, volti a riconquistare quanto gli/le è stato sottratto o vendicarsi della perdita. Talvolta questa dinamica riguarda rapporti che sono stati interrotti da una delle due parti, mentre in altri casi il desiderio deluso della persona che mette in atto questi comportamenti la porta a costruire nella sua mente un rapporto o delle intenzioni amorose che non hanno mai avuto luogo però nella realtà. In alcuni casi lo stalking può riguardare anche l’ambiente lavorativo.
Dal punto di vista legale lo stalking in Italia è stato riconosciuto come reato con la decisione del 18 giugno 2008 del Consiglio dei ministri di approvare il disegno di legge Carfagna/Alfano “misure contro gli atti persecutori” relativo a “quei comportamenti ripetuti consistenti in molestie e minacce che creano nella persona offesa paura per la propria incolumità o per quella di persone legate da vincoli di parentela o di affetto tale da indurre a modificare il proprio stile di vita in maniera significativa”. I comportamenti ripetuti possono avvenire di persona ma anche in maniera meno diretta, attraverso continui messaggi, email, telefonate, pedinamenti o appostamenti, ai quale può seguire un’aggressione fisica/sessuale.
La prima legislazione riguardo allo stalking fu nel 1991 in California, in seguito all’omicidio di una nota attrice da parte di un fan che aveva precedentemente messo in atto comportamenti persecutori. Vi sono stati casi di stalking riguardanti alcuni famosi personaggi dello spettacolo (come Nicole Kidman, Jodie Foster, Madonna, Laura Pausini) e attraverso la cronaca, media e serie tv è diventato recentemente un fenomeno fortemente discusso. Sicuramente però come le altre forme di violenza o maltrattamento si inserisce nella realtà sociale indifferentemente dal contesto socio-culturale sia della vittima che del persecutore.
Le vittime
Lo stalking può riguardare entrambi i sessi, anche se, secondo le statistiche, le vittime di questo fenomeno sono per il 78% donne e per il 22% uomini. In alcune situazioni sono/sono state in una relazione amorosa con il loro aggressore ma come accennato non necessariamente. In tutti i casi inizialmente un coinvolgimento relazionale, sentimenti amorosi o amicali o convenzioni sociali (o familiari) fanno sì che la vittima di questa situazione possa provare senso di colpa, confusione o vergogna per ciò che sta accadendo e che perciò attenda diverso tempo prima di arrivare ad esporre una denuncia.
Il fatto di essere vittima della ricerca continua di un’altra persona persona può provocare conseguenze di diverso genere. Talvolta l’escalation di questi comportamenti porta ad un’effettiva aggressione fino ad arrivare all’omicidio. Quando questo non avviene accade comunque che il senso di minaccia, allerta ed impotenza comportino conseguenze importanti sia sulla vita della persona (ad esempio non sentirsi più sicuri nel frequentare alcuni posti, non passare per alcune strade per andare al lavoro oppure isolarsi socialmente per sentirsi “al sicuro”) e conseguentemente anche sulla sua mente: non è infrequente che la vittima di stalking sviluppi disturbo di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi alimentari, comportamenti autolesivi, sintomatologia depressiva, disturbo post-traumatico.
Lo stalker
Per quanto riguarda la persona che perpetua lo stalking la letteratura si è focalizzata sulle motivazioni che spingono al comportamento persecutorio, per poterne evidenziare tipologie differenti, anche in base alla relazione con la vittima. Mullen ed altri (1999) ne distinguono cinque tipologie: il risentito, il respinto, il bisognoso di affetto, il corteggiatore incompetente e il predatore.
Il risentito è colui che presume di aver subito un grosso torto ed agisce dunque con l’intento di vendicarsi. All’interno di questa categoria si possono distinguere elementi che derivano dalla vita amorosa (la più frequente, nel caso in cui uno dei due partner di una coppia viene lasciato ma nutre un desiderio di rivalsa e di vendetta) oppure da quella professionale (ad esempio nel caso in cui un dipendente non potendosi vendicare su un responsabile sul luogo di lavoro scelga quindi di “punirlo” nella sfera privata).
Il respinto è la persona che è stato soggetto ad un rifiuto amoroso, da ex partner o non, ma che per sfuggire al dolore derivante da questo non lo accetta. Mette in atto diversi tentativi di riconquista e/o di vendetta per l’abbandono subito attraverso messaggi telefonici, regali, biglietti. Sfortunatamente ogni rifiuto diventa per lui un feedback positivo nella ricerca di controllo sulla sua vittima, per cui ogni risposta seppur negativa va a nutrire la sua ossessività.
Il bisognoso di affetto è una persona che, per non soffrire il rifiuto, costruisce l’illusione di ricevere ancora affetto attraverso una “relazione idealizzata”. In alcuni casi esiste effettivamente una relazione tra vittima e persecutore, in altri casi è costruita attraverso la fantasia del persecutore fin dall’inizio (come ad esempio nei casi che riguardano personaggi famosi e fan).
Il corteggiatore incompetente è la persona che agisce comportamenti molesti perché non possiede abilità relazionali adeguate. I comportamenti diventano ripetuti ed insistenti perché ritiene di avere il diritto di ottenere ciò che vuole e non si spiega perché i suoi tentativi non funzionino. Anche in questo tipo di dinamica la vittima non viene considerata un essere agente a sé stante, ma un oggetto che lo stalker pretende, dunque non ne accetta il rifiuto.
Il predatore è colui che si apposta e segue la sua vittima con il preciso intento di avere un rapporto sessuale. Vengono frequentemente arrestati per violenza sessuale o omicidio.
Le persone che agiscono lo stalking sebbene in contesti molto differenti sono accomunate dalle scarse abilità relazionali ed empatiche. Un altro fatto che è importante sottolineare è che queste categorie non si differenziano tra loro per la gravità ma per la modalità di espressione.
Elementi psicologici e terapia in casi di stalking
Il continuo stato di paura, impotenza e solitudine sperimentato dalle vittime diventa un peso molto grosso, che può essere affrontato anche attraverso un percorso psicoterapeutico, soprattutto qualora emerga un quadro di disturbo ansioso, depressivo, dell’alimentazione o post-traumatico.
Un consulto psicologico può essere di supporto per aiutare la vittima a tornare ad uno stato di fiducia nei confronti di se stessa e del mondo, ma anche, nel caso in cui la persecuzione sia ancora in corso, ad individuare i nessi relazionali che ancora fanno parte della relazione con lo stalker ed aiutarla nel distacco. (Naturalmente deve sempre essere contemplato, se appunto esiste ancora un contatto con il persecutore, l’intervento delle Forze dell’Ordine attraverso un’eventuale denuncia da parte della vittima, quindi le persone coinvolte in questo fenomeno potrebbero dover condurre parallelamente anche un percorso legale)
Anche la persona che commette stalking ha necessità di essere accompagnata in un percorso che la aiuti ad affrontare il lutto per la relazione che non può avere, oltre ad incrementare le abilità sociali che ne potrebbero aumentare gli affetti e perciò migliorare la qualità di vita. A volte i persecutori attraverso la sofferenza maturano la consapevolezza necessaria a riconoscersi in una gabbia costruita su un’ossessione, perciò riescono a rivolgersi ad un professionista; spesso purtroppo arrivano ad intraprendere un percorso solo dal momento che sono già stati soggetti ad una denuncia.
Per approfondimenti:
“Stalking: quando il rifiuto di essere rifiutati conduce alla violenza” A. Barsotti, G. Desideri
“Stalking e violenza alle donne: le risposte dell’ordinamento, gli ordini di protezione” Forum-Associazione Donne Giuriste
“Uomini che maltrattano le donne – come riconoscerli e cosa fare per difendersi” L. Bancroft
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